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Archivio di Agosto 2012

AutoSafari Chapin

Niente surf oggi, pazienza; proseguiamo fino all’Auto Safari Chapin ancora un po’ più’ a sud.
Keliane si installa al volante per accompagnarci attraverso i diversi recinti. A meta’ percorso papà ha già scaricato la batteria della sua macchina fotografica (e pertanto non e’ stato a Sicapate che ha avuto l’occasione di scattare un mare di foto …)


Arrivati difronte al re degli animali, la nostra principessa apre la portiera perché vuole scendere … Un po’ agitata, Silvia blocca l’automobile giusto il tempo di recuperare la figlioletta e ripartire a tutto gas in direzione dell’uscita…Tutto questo can can ha perturbato, l’ormai unico, safari-reporter Eliott. Per fotografare il leone, occorrerà ritornare!
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Sipacate: el Pacifico.

Avevamo sperato poter bagnare i piedini della nostra principessa nelle acque del Pacifico.
Ma arrivati a Sipacate , solamente papa’ e mamma oseranno avventurarsi al di fuori del riparo della piccolina Kia Picanto. Sotto una capanna ventilata, Boris scatterà le sue due foto e rientrerà tutto bagnato.
Il mare e’ scatenato, il vento e la pioggia a catinelle rendono ogni sessione di surf illusoria.
Lasceremo la costa pacifica senza nemmeno toccare la sabbia nera delle sue spiagge vulcaniche.
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El Baul

Sulla via di ritorno scopriamo una nuova sfaccettatura dell’arte azteca : delle grandi teste scolpite


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Finca Vuelo Extremo

Per iniziare la giornata visitiamo una piantagione di caffè installata sul fianco del vulcano Santa Maria. Tutta la famiglia sale sul camion che ci trasporta fino alla parte alta dei campi. Silvia e Keliane ridiscendono lungo il sentiero accompagnate da una guida armata … Poiche’ non si sa cosa puo’ succedere in questa zona popolata da puma, giaguari, serpenti boa, ladri o trafficanti di droga…

Gli uomini hanno scelto la via aerea attraverso 11 cavi tesi da una parte all’altra della valle ricoperta di piante da caffè, per scivolare verso il Pacifico più’ in basso. Ad oltre 30m al di sopra della foresta vergine, scendono precipitosamente lungo i pendii del vulcano, scavalcano le cascate e raggiungono le donne contente anch’esse della loro gita accompagnata.

Zunil : Las Cumbres

Camera immensa con idro massaggio e caminetto, una vista magnifica sulla valle fumante. Cucina prelibata, sauna naturale, massaggi, bigliardo, sala sportiva e squash. L’hotel in questione e’ costruito sulle sorgenti di acqua calda. Affascinati dall’accoglienza e le prestazioni posiamo qui il nostro sacco per una notte molto rilassante, anche per il nostro portafoglio: 94€ per noi cinque con sport, massaggio, cena con vino cileno, sauna e colazione!
Viva il Guatemala!
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Santa Maria

I muscoli ancora indolenziti dalla nostra recente corsa sui gradini, attacchiamo questa camminata con una certa apprensione. Kicco ci dimostra subito un’apprensione certa!
Ma questa volta, la salita non e’ una linea diritta che monta in cima 1600m piu’ in alto.
Approfittiamo di una bella passeggiata nella foresta di montagna che assomiglia a quella dei Pirenei. Querce, eucalipti, more… Solo i campi di mais coltivato su dei pendii impossibili ed i ragazzini maya di 6 o 7 anni che gia’ lavorano ai campi nonostante l’ora particolarmente mattutina, ci ricordano la nostra posizione geografica.
Il freddo e l’umidità sono molto intensi a questa altitudine; non siamo piu’ abituati e lo sforzo e’ intenso. La guida ci indica di accelerare il passo. Sono appena le sette del mattino e le nuvole rischiano già’ di minacciare lo spettacolo e la vista.
Quattro ore dopo la levataccia, 2:30 dopo l’inizio della nostra ascensione notturna, arriviamo infine al belvedere dal quale possiamo ammirare una prima eruzione. Ogni venti minuti, una nuvola di cenere proiettata in aria si leva in cielo prima di derivare con il vento: affascinante!


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San Francisco en Alto

41100 abitanti a 2582m di altitudine, il sole non si e’ ancora levato sul mercato. La nebbia si infiltra ad ogni angolo di questa borgata sospesa in cima alla scarpata.
Qualche banco di frutta, delle more, delle fragole, pomodori o patate, valorizzano gli abiti scuri delle venditrici con la gonna lunga, un grembiule ricamato, una camicia larga e ricoperta da una coperta dai colori vivi o perlomeno marcati.
Incrociamo i mercanti che trasportano sulla schiena i loro banchi pesanti, le donne portano la loro merce sulla testa, dentro delle grosse sacche.

Appaiono i primi raggi di sole che dissolvono rapidamente il velo di nebbia che fin’ora ricopriva il villaggio. La vista a 360 gradi e’ mozzafiato. Dominiamo i vulcani, le pianure erbose e le nuvole.

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Lago e volcano Altitlan.

Una lancia ci deposita al villaggio ,San Pedro, ai piedi del vulcano omonimo. Fatichiamo a inoltrarci in questo pueblo di montagna a 1500m di altitudine, noi, i marinai del litorale al livello del mare, carichi come dei muli.
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6:00, i maschi aspettano la guida all’angolo della via; fa un freddo cane. Le femmine rimangono sotto le coperte ben al caldo.
7:00, la prima ora di salita non e’ facile. Fa freddo e la costa e’ ripida.
8:00, Kicco non si lamenta quasi piu’ quando raggiungiamo la meta’ del pendio, a 2250m. Non sa ancora che per il resto del cammino saranno dei gradinini.
9:00, Eliott e’ gia’ scomparso dallo schermo radar da un bel po’ quando incontriamo gli scientifici del parco naturale XXIX che stanno scendendo. Le donne rimaste all’hotel gustano un espresso italiano in un caffè’ tenuto da un compatriota.
10:00, Eliott, Kicco, Boris ed infine Juan raggiungono la cima del vulcano San Pedro a 3020m. La vista sul lago e gli altri vulcani e’ limpida e splendida. Le cosce ed i polpacci sono ben riscaldati e fanno una pausa foto-cioccolato prima di intraprendere la discesa.
Durante questo tempo Keliane si fa realizzare un profilo astrale maya e la mamma visita il museo geologico.

11h, la descente, c’est dur aussi, moins que la montée tout de même. Les filles sont au marché. Les couleurs, les gens, les senteurs, les vêtements, tout respire la quiétude des montagne alentours.
12h, même en courant c’est long de dévaler 1500m, et c’est épuisant pour les petites gambettes comme pour les plus grandes.
11:00, anche la discesa e’ dura, ma sempre meno che la salita. Le ragazze sono al mercato. I colori, la gente, gli odori, gli abiti, tutto respira la quiete delle montagne intorno.
12:00, anche correndo e’ difficile percorrere i 1500m di dislivello per arrivare al villaggio. La fatica si fa sentire per le piccole gambe come per le grandi.

13:00, ritornati all’hotel, i ragazzi effettuano qualche stiramento, sfiniti ma contenti della loro bella ascensione.
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Al dolce ritmo del Rio Dulce.

Ancorati davanti a Fronteras, poi attraccati da Bruno’s marina, abbiamo rischiato di addormentarci. I pomeriggi passati alla piscina Nanajuana, gli amici incontrati qui, le uscite in gruppo con i gommoni ed i bagni nel fiume, ci hanno fatto quasi dimenticare che siamo in Guatemala, terra maya.
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Dopo due settimane di farniente passate velocemente, partiamo alla scoperta di questo grande Paese. Inizieremo a visitare gli altipiani alla ricerca della vita autentica indigena, poi scenderemo verso le pianure del Pacifico e, forse, riusciremo a bagnarvici i piedi, chissà?!
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Castillo San Felipe: il nascondino gigante.

Sbarchiamo in flottiglia sulla riva del Castillo San Felipe. Inglesi, americani e tre equipaggi francesi, la folla di marinai invade il prato prima di attaccare le mura della fortezza. Il forte fortemente accattivante, sembra disegnato per i nani. Tutto e’ piccolo, ridotto, fino ai cannoni con un bel diametro ma raccorciati!

La guida ci presenta, dal minuscolo salone alle cellule dei prigionieri, questa base avanzata del governo spagnolo. Ma i piccoli marinai hanno già’ disertato, troppo impazienti di approfittare di questa occasione per giocare ad una bella partita di nascondino tra vari nascondigli e tunnel innondati. Come per magia, appena il pic-nic e’ servito, vediamo riapparire i nostri marmocchi; nessuno e’ rimasto prigioniero nella fortezza per bambini.
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