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Ernesto !
Da alcuni giorni si parla solamente di lui a bordo : Ernesto, che non è un nuovo compagno d’immersioni e nemmeno un nuovo incontro amico incontrato sotto le palme sulla spiaggia.
No, è una bella tempesta che, passato l’arco delle antille,si trasforma in ciclone ! La sua traiettoria è particolarmente verso il sud, potenza rispettabile, velocità apprezzabile, questo primo modello della stagione arriva ben presto e con delle belle qualità. ” Belle qualità ” per cio’ che è : un mostro devastante !
Avevamo definito da molto l’atteggiamento da adottare in una simile situazione, non giochiamo a fare i guerrieri : CORAGGIO, FUGGIAMO!
Tutto l’equipaggio è all’agguato per slalomare tra le patate di corallo, per non mangiarsi un cayo, poiché sarebbe un peccato che la nostra barca finisca in fondo al mare.
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Angoli di Paradiso
I cayos sciamano la scogliera a 20 miglia della terraferma. Di quando in quando, un’isoletta emerge di alcuni centimetri di altezza, talvolta una spiaggia viene spinta dalle correnti della marea.
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Mangrovia, palme, spiagge ad ogni fermata è una sorpresa : Ci faremo spennare dai Coast Guard armati e troppo mal pagati per non abusare del loro potere ? Ci faremo respingere al largo da una guardia poco affabile di un’isola troppo privata ? Saremo dilettati dall’accoglienza e la generosità di un pescatore solitario, 8 mesi all’anno sulla sua isoletta, come su una zattera alla deriva ? Potremo fare il bagno lungo una magnifica spiaggia ? Saremo capaci di avventurarci nella giungla di paletuvieri ? Incontreremo la bontà, la brutalità o ancora un disonesto del governo ?
Terminiamo due settimane di erranza al largo del Belize, sulla grande barriera di corallo. A Rendez-vous Cay,
Tobacco Cay,
Lagoon Cay,
South Water Cay,
Placentia Cay,
Carrie Bow Cay,
English Cay o
Snake Cay,
abbiamo incrociato dal più meschino a più affabile, dal più impenetrabile al più bello, come se tutto doveva mescolarsi all’immagine di questo Belize cosi’ meticcio.
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Facendo la nostra clearance a Placentia, notiamo un annuncio : il bel cayo del pescatore di aragoste è in vendita a 150.000 US$ ! Poiché in Belize, al contrario di Cuba, gli angoli di paradiso appartengono ai proprietari privati !
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Pescatori !
Incrociamo molte barche tradizionali venute da Belize City per una settimana, talvolta più. Si spostano alla vela e trasportano al loro bordo il ghiaccio per conservare, le canoe per pescare , vitto ed alloggio per 16 pescatori !
16 ragazzi di ogni età imbarcati su una scialuppa di appena 10 metri di lunghezza, per 7 a 8 giorni di pesca e di promiscuità.
Alcuni sono soli sul loro Cayo, altri si sono arenati su un pezzo di mangrovia, su un angolo di spiaggia o sotto un palmeto. Vivono là la più grande parte dell’anno, quando la pesca all’aragosta è aperta, da luglio a marzo. Alcune tavole di conmpensato costituiscono il loro riparo, un materasso o un’ amaca servono da cuccetta, un fornello a gas o un mucchietto di legna permettono di cucinare. La spiaggia ed i dintorni si sono trasformati da molto in discarica di attrezzatura diversa, boe sventrate, funi consumate, canoe straziate, vecchi motori o vecchie pagaie, ammasso di conchiglie di lambis, di carcasse di pesci e di gusci di aragoste, detriti casalinghi… Da buoni celibi, questi qui non sembrano troppo portati per le pulizie !
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Pacaya: gita di gruppo.
Non avendo più l’auto, abbiamo prenotato un taxi collettivo per raggiungere il vulcano Pacaya vicino ad Antigua.
6:04, Keliane inonda la banchetta posteriore del mini-van durante un cambio di pannolino un po’ agitato grazie al pavé sulla strada. Nell’agitazione, perdiamo la sua calzetta; peccato per una camminata a meno 15 gradi! Ma non e’ che l’inizio… A mezzo percorso, durante un discorso completo ma un po’ lungo della guida Jose, Keliane ricomincia l’inondazione questa volta sulla gamba di papà…
7:30, finiti i e’ troppo presto oppure e’ troppo tardi, fa troppo caldo o troppo freddo, e’ troppo alto (il vulcano) oppure e’ troppo basso ( il punto di partenza ), ho fame oppure ho mal di pancia. Spazio alla salita laboriosa, silenziosa, in testa al gruppo ma senza distanziarlo … I nostri grandi sono trasformati dalla presenza straniera.
9:30, siamo arrivati alla nostra meta. In mezzo ad una colata il sentiero e’ sbarrato per ragioni di sicurezza. Jose, la guida, tira fuori dal suo sacco qualche prelibatezza da far grigliate ai nostri piedi. Il paesaggio e’ lunare, siamo attorniati unicamente dalla lava e dai camini di fumo. I dolcetti sono eccellenti.
10:30, la nonna o Kely, chi vincerà? Durante la salita, entrambe avevano capitolato; alla discesa, tutto e’ ancora in gioco… Il match e’ serrato ma Kely, con nobile galanteria tipica delle principesse, si lascia sorpassare dall’anziana signora a qualche metro dall’arrivo, durante una pausa “scoperta di un fiore”.
Poiché i vulcani, la lava, i paesaggi incredibili e gli zuccherini gigliati, alla signorina non interessano affatto. Ciò che conta per lei sono i cani ( numerosi ), i cavalli ( che ci affiancano per offrirci un servizio taxi in caso di fatica ) ed i fiori…ah, i fiori!
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The grocery
Da quasi 4 settimane che inseguiamo le isolette disperse, la gestione dei rifornimenti diventa un gioco da prestigiatore e percio’ quando ci imbattiamo in una drogheria, la svaligiamo… Ed una drogheria, nei Caraibi, non è facile da svaligiare… Sicuramente non a causa del servizio d’ ordine, spesso bisogna cercare il bottegaio per poterlo pagare !
No, ciò che è complicato, è di trovare delle cose a mettere nel cestino !
A Belize City, il 20 luglio, abbiamo potuto fare il pieno.
Ma a Tobacco Cay, il 27, non abbiamo trovato niente da comprare !
Allora a Placentia, il 5 agosto, abbiamo preso tutto a tutti i costi !
E quando non c’è più niente da mangiare ? Si pesca un barracuda, un pagro o una caranga. E quando non morde più nessuno? E’ papa Boris che scende a tirare su alcune aragoste !
San-Pedro, Goff’s Cay : Ouao !
Ouao ! Lo Stripped-Marlin di 1,90 mt che imbarca verso mezzogiorno, dopo un’ora di sforzi e che varia il menu sovente composto dal barracuda.
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Ouao ! Il cayo di 150mt di diametro dove ancoriamo con pinne e maschera per qualche giorno di snorkeling incredibile con le razze leopardo.
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Ouao ! la barriera di corallo lunga 400 miglia !
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Belize, San-Pedro, La Isla Bonita !
Che contrasto a poche miglia dal nostro ultimo scalo messicano, il Belize ci accoglie e ci incanta per la sua diversità.
La lingua ufficiale ritorna ad essere l’inglese, ma in realtà tutto si mescola in questo paese cosi’ cosmolita. Cinesi, Maya, Spagnoli meticci, Creoli ambrati, Indiani dei Caraibi e Arawaks, Indiani delle Indie Orientali, Tedeschi Mennonites e Arabi mescolano le loro lingue e le loro culture in questo piccolo angolo di paradiso.
Alla Isla Bonita, San Pedro, scopriamo un popolo ed un Paese molto differente dal Messico.
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Tulum-Xcalak
Spinti dal vento ma controcorrente , veleggiamo lungo la costa messicana verso il sud, in direzione del Belize. La cambusa con i prodotti freschi imbarcata a Tulum è presto finita e né a La Bahia de la Ascension, né a la Bahia del Spiritu Santo, neanche a Cayo Norte, troviamo un mercato per fare rifornimento. Tutte queste baie sono unicamente delle immense lagune o atolli di 2m di profondità su diverse diecine di miglia di diametro !
Lottando sempre contro i nodi del Gulf Stream che dividono la nostra velocità in due, finiamo per raggiungre il nostro ultimo scalo prima di arrivare in Belize , con sua laguna immensa e i suoi atolli dispersi .
Accediamo attraverso un passaggio stretto a Xcalac che non sembra per niente una capitale. Una strada insabbiata, qualche casa abbandonata , un comando militaire ed un altro della polizia dove possiamo riempire le formalità di uscita.
Ma per fare rifornimento di prodotti freschi dobbiamo lottare. Un po’ come alle Grenadine o a Charlotteville, ci ritroviamo “in Pologna” : negozi minuscoli che propongono del pane ammuffito e qualche conserva immangiabile, vicino alla tradizionale Coca-Cola…
Il menu di bordo rischia fortemente di rimanere ancora per qualche settima sulla pagina “riso-barracuda” ! Oggi pero’, due gentili vicine condividono il nostro pranzo; al menu aragosta dunque !
Hasta la vista Frida !
Nous avons mis en ligne quelques videos
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CARI ITALIANI,
E’ già passato quasi un anno da quando siamo partiti a navigare sui mari esotici dei Caraibi.
Abbiamo percorso più di 4.000 Miglia in lungo ed in largo e fatto il pieno di scoperte :
sottocoperta la vita a bordo, la scuola per corrispondenza, le riparazioni, la vita quotidiana nel nostro nuovo mondo ;
sul ponte l’avvistamento di centinaia di isole, di Paesi e … di prede che abboccano come pesci ;
sul pontile, la conoscenza di diversi popoli, di culture diverse, di altri viaggiatori.
E pertanto ci sembra di non aver ancora finito la nostra esplorazione. Abbiamo dunque deciso di continuare per un anno a tracciare la nostra rotta sugli oceani !
Tulum Ruinas
Ore 9:00 , oggi siamo tutti nel gommone per andare al lavoro : La Città Maya di Tulum.
Alla spiaggia ci facciamo cacciare dal servizio sicurezza, la stazione è chiusa per una causa indeterminata : deposizione delle uova delle tartarughe o semplicemente lavori in corso. Boris fa finta di non capire e scatena l’allarme generale, arriva il servizio d’ordine, con la divisa troppo grande, per perseguitare i fraudolenti.
Ci parcheggiamo dunque un po’ più distanti, in seconda fila davanti all’accesso pubblico all’oceano,
Viale della spiaggia. Scendiamo dal veicolo facendo ben attenzione a non farci rovesciare, poichè siamo in pieno short-break.
Sulle dune, finiamo l’equipaggiamento : ognuno con il suo zaino, gli scarponcini allacciati, gli abiti ben aggiustati ed il naso ben pulito.
Solamente che qui non siamo alla stazione sciistica (vedi Coba), ma alla stazione del metro.
Giriamo intorno alla giravolta e ci incamminiamo lungo il corridoio per acquistare il nostro biglietto allo sportello. Abbiamo ancora perso l’apertura, è già l’ora di punta… L’entrata s’ingolfa.
All’interno le guide predicano, seguite dai turisti attenti ; spiegano cio’ che il sito non mostra : l’architettura Maya. Le banchine sono piene, impossible scattare una foto !
Giriamo i talloni e cambiano stazione ma anche alla spiaggia è tutto completo !
E’ la coda anche all’uscita, davanti alla giravolta. In cima alla scala, usciamo sulla via, ma non siamo ai Campi Elisi…
Ritorno alla base, Viale della spiaggia !
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